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11 minuti di lettura (2106 parole)

Conoscere i font per utilizzarli nel modo migliore.

articolo font

Cos’è un font? E come si usano i font? Come si possono creare progetti tipografici di qualità, usando nel modo migliore i caratteri?

Questo articolo vuole essere la risposta a questa e a molte altre domande che tanti giovani designer si pongono tutti i giorni.

Una prima guida che cerchi di creare una risorsa completa introduttica a tutti quelli che sono gli argomenti principali del mondo del type, introducendo degli argomenti che poi approfondiremo in altri articoli.

Pronto a cominciare?

Cos’è un font? E cos’è un carattere tipografico? E un glifo?

Prima di capire come usare i font,  è bene conoscere per bene che cos’è un font. E qual è la differenza con un carattere tipografico, un glifo, eccetera.

Perché sì, carattere tipografico e font non vogliono dire esattamente la stessa cosa.

I caratteri sono, nella grafica, nella tipografia e nell’editoria, come i mattoni nell’architettura, gli atomi nella fisica o i numeri nella matematica.

Sono, insomma, la base della materia grafica.

Un insieme di caratteri studiati in modo coerente e secondo gli stessi principi formali, forma un carattere tipografico, il cui file viene chiamato font.

In questa infografica ho provato a spiegarlo visivamente:

Differenza tra carattere e font e glifo 2

Ma chiariamo meglio questi aspetti.

Caratteri, caratteri tipografici e glifi

Il carattere è una lettera, un segno di interpunzione o un simbolo.

Quindi, ad esempio, la lettera “A” è un carattere.

Questo carattere a sua volta può essere composto da diversi glifi, come A, a, a o a, che saranno quindi glifi dello stesso carattere e dello stesso carattere tipografico.

L’insieme di tutti i caratteri e glifi dell’alfabeto latino progettati secondo la stessa coerenza visiva e di significato, prende il nome, nuovamente, di carattere tipografico.

Ed è qui che in Italiano nascono le incomprensioni.

L’inglese è più chiaro: il carattere (inteso come lettera) è character, glifo è glyph e l’insieme coerente di tutto questo, il carattere tipografico, è typeface.

Il font, invece, è il file

Font è un’altra cosa: font è il mezzo che permette di applicare un carattere.

Ovvero: mentre Garamond è un carattere (typeface), il file garamond_semibold.otf è un font (meglio: uno dei font che compongono la famiglia dei font Garamond).

Per spiegarlo si può fare il paragone con la musica: se un typeface (carattere) è una canzone, il font è il file .mp3 che ci permette di ascoltarla. È sbagliato quindi dire “Senti che ritornello questo mp3!”, mentre è assai più corretto dire “Senti che ritornello questa canzone!”.

Utilizzare quindi spesso la parola “font” al posto di carattere, è un errore figlio dell’era digitale: confondere il software (mezzo) con il suo scopo (fine). Un po’ come dire “ma questo è un Photoshop” guardando un fotomontaggio.

Ed è un errore che io stesso ho fatto per anni e in cui casco tuttora di volta in volta. Quindi, impara dai miei errori! 

Perché si dice “font”?

Molti pensano che font sia un termine di origine inglese ma, in realtà la sua origine è francese. È infatti la trasposizione inglese del termine “fonte”, del francese medievale.

Questa parola, che si pronunciava proprio “font” (in francese la e finale viene troncata e non pronunciata) originariamente significava “fuso”. La radice latina della parola è la stessa del verbo  italiano”fondere”.

Stampa a caratteri mobili Gutenberg

Il riferimento è proprio alla macchina a caratteri mobili di Gutenberg che ricavava i caratteri, appunto, dalla fusione del metallo.

La parola font venne quindi importata in Inghilterra dove si diffuse in tutti i paesi anglofoni e da lì a tutto il mondo nel corso dell’ultimo secolo.

Domandona: si dice IL font o LA font?

 

Una diatriba eterna nel mondo della grafica italiana. La Crusca ha detto che si può usare in entrambi i modi ma io ho deciso di schierarmi definitivamente: si dice IL font. E ora ti spiego perché.

Font è una parola maschile. E lo è prima di tutto perché, essendo una parola straniera inglese, così come tutte le parole straniere di origine anglosassone utilizzate in italiano come computer o smartphone, assume il genere neutro il quale ha le regole grammaticali del genere maschile.

Ma, ancora più importante, è il fatto che la confusione sul maschile/femminile è spesso generata da un grande fraintendimento sull’origine della parola stessa.

Il termine fonte del francese medievale, non ha lo stesso significato del termine “fonte” italiano (es: la fonte del fiume)!

Come detto sopra, fonte significa fuso! Quindi anche in questo caso l’uso del femminile è insensato.

Quindi, ricapitolando: IL font, UN font, DEI font, eccetera. Chiaro?

Chiuso questo capitolo, andiamo ad analizzare del dettaglio com’è fatto un font e da quali elementi si compone.

Quali sono le varianti di font e le tipologie di caratteri tipografici?

Vediamo quali sono i termini che vanno ad identificare da un lato i vari file che compongono una famiglia di font e, dall’altro, le tipologie di caratteri tipografici principali

Le varianti di un font (pesi, corsivi, ecc)

Come detto, un font è un file e ad ogni file corrisponde un carattere tipografico in cui sono inseriti tutti i glifi che sono stati progettati in modo che funzioni insieme, come un corpo unico.

Generalmente, i file dei font sono raggruppati in delle famiglie di font, dove ci sono delle varianti del carattere tipografico originario.

Le varianti principali sono queste:

  • Le versioni “normali”, generalmente chiamate Roman o Regular
  • Tutte le varianti di peso (cioè lo spessore del carattere) che possono andare da quelle più sottili (Light, Thin, Extra-Light, ecc) a quelle più spesse (Bold, Black, Extra-Bold, Ultra, ecc)

peso carattere

  • Il corsivo, o italic, che è proprio un font diverso, progettato con scelte ottiche ed estetiche diverse (non è semplicemente un font Regular inclinato). Anche i font corsivi hanno le loro varianti di peso (Bold Italic, Light Italic, ecc)
  • L’obliquo, o oblique, è invece la variante inclinata, senza alcuna modifica estetica e funzionale, del font normale. Per farti capire meglio la differenza con gli italic, ecco un esempio con Garamond, Garamond Italic e Garamond oblique:

garamond tipi

  • Le versioni compresse (Condensed) e allargate (Extended). Anche qui, non si tratta di un semplice font normale “stretchato” ma proprio di un diverso font, progettato perché sia più largo o più stretto.

Le tipologie di caratteri tipografici

I caratteri tipografici non sono tutti uguali, anzi, sono diversissimi!

Nelle scuole o università di grafica molto spesso viene detto che i tipi di carattere si dividono in due categorie, i serif e i sans serif due termini francesi che significano “con grazie” e “senza grazie”. In realtà ce ne sono parecchie altre di tipologie (le vedremo approfonditamente in uno dei prossimi articoli), anche all’interno di queste due macro-categorie.

SERIF SANS SERIF

La differenza sostanziale tra queste due categorie di font è l’utilizzo o meno delle “grazie”, ovvero quei piccoli prolungamenti alle estremità delle aste, che derivano dalla scrittura calligrafica manuale.

Com’è fatto un font?

Come detto prima, un carattere, ovvero una singola lettera in tutte le sue varianti, è composto da vari glifi diversi. I glifi, a loro volta, sono composti da molti elementi strutturali diversi, che prendono diversi nomi, ovviamente. Vediamoli!

Gli elementi che compongono un glifo

Esistono una marea di nomi e definizioni per definire, appunto, ogni singolo elemento di una lettera. Addirittura esistono decine di nomi diversi per definire il tipo di grazia di un carattere.

Ovviamente non è necessario conoscere tutti questi nomi, sarebbe puro e futile nozionismo fine a se stesso. È importante però conoscere perlomeno i più importanti.

Anatomia di un carattere tipografico 3

Gli elementi di un carattere tipografico

Ovviamente un carattere tipografico non è composto solamente da lettere disposte a casaccio sulla pagina ma anche da griglie e strutture visive che permettono la fruibilità e la lettura agevole del testo scritto.

Proprio per questo ho deciso di creare quest’altra piccola infografica in cui sono spiegate quelle che sono le strutture utilizzate per far funzionare un font nel suo insieme e su cui si basa la progettazione di un carattere tipografico.

Anatomia di un testo

Spesso si fa molta confusione con questi termini, in particolare si confondono occhio medio, occhio e corpo.

L’occhio medio, ovvero la x-height (altezza della x) inglese è l’altezza delle lettere minuscole, l’occhio è l’altezza delle lettere maiuscole comprendente anche le minuscole con aste discendenti e infine il corpo è l’altezza delle maiuscole comprendente anche accenti e caratteri speciali.

Il corpo di testa comprende anche uno spazio al di sotto della linea inferiore dell’occhio (fino alla spalla inferiore) a causa della fisicità dei punzoni metallici, come si capisce bene da questa immagine di Giangiorgio Fuga:

01 corpo spalla giangiorgio fuga

Come usare i font?

In una guida completa sulla tipografia nella grafica, non si può non parlare di come usare, effettivamente, questi font.

Le 7 regole d’oro della tipografia

Quando si lavora con dei testi, nel graphic design, bisogna farlo seguendo alcune regole. In realtà, più che regole, si tratta di veri e propri consigli pratici per lavorare in modo più efficace con testi e font e realizzare progetti grafici migliori.

1) Allinea il testo a sinistra. Se ti serve che i testi che utilizzi siano molto leggibili, evita allineamenti centrati o giustificati, ma cerca di preferire sempre l'allineamento a bandiera a sinistra.

2) Scegli al massimo due font alla volta. Anzi, meglio, uno solo. La cosa da evitare assolutamente è una composizione in cui ci siano troppi font. Non comibinare font troppo diversi o troppo simili.

3) Scegli solo font di alta qualità. Puoi scegliere qualsiasi font purché sia di qualità.

4) Una buona tipografia è basata su un buon uso degli spazi bianchi. Innanzitutto ci sono gli spazi bianchi tra i paragrafi, che vanno sempre inseriti. Questo non solo migliora l'aspetto visivo al primo impatto, ma rende anche più chiaro il messaggio da dare, grazie agli spazi bianchi. Offrono delle "pause programmate" al lettore. C'è poi linterlinea, ovvero lo spazio tra una riga e l'altra di un testo, che dovrebbe sempre essere compresa tra il 115% e il 150% nei testi per garantire una leggibilità adeguata. Nella gestione dei paragrafi, inoltre, cerca sempre di evitare l'allineamento giustificato che portta solitamente ad avere eccessivi spazi tra le parole (o peggio ancora tra le lettere).

5) Evita modifiche stupide ai testi. Non stretchare i font. Non modificare il tracking nelle lettere minuscole.

6) Usa correttamente punteggiatura ed accenti. Uno dei modi per capire quando in un testo c'è scarsa cura ai dettagli è proprio l'uso di punteggiatura ed accenti. Cerca di curare sempre questi dettagli, ad esempio:

  • Imposta sempre la punteggiatura esterna al bordo del paragrafo
  • Inserisci sempre uno spazio (ed uno solo) dopo un segno di interpunzione come una virgola, un punto o qualsiasi altro segno.
  • Cerca di evitare errori banali: i puntini di sospensione sono 3... non 2.. o 4.... Gli accenti, in italiano, sono importanti. L'accento di è e di perché sono diversi.
  • Allo stesso tempo, usare un apostrofo per gli accenti delle maiuscole, ad esempio E' invece che È, è un abominio tipografico.

7) Sfrutta correttamente i pesi e le dimensioni dei font. Per i testi usa sempre font dai pesi "regular" o "roman", in modo da garantire la migliore leggibilità. Usa il bold o, ancora meglio, il peso di almeno due livelli più spesso (tipo "black" o "heavy") e l'italic per sottolineare le cose importanti di un testo. In questo modo, il lettore veloce riuscirà a leggere più velocemente, assimilando le cose necessarie. Non usare testi troppo piccoli (mai sotto gli 8pt sy carta e 11pt su schermo) né, ovviamente, troppo grandi (oltre 22pt, per i testi, beh forse stai esagenrando)

Come scegliere il giusto font

Quante volte ti sei trovato nella situazione di dover decidere quale font usare?

Quante volte ti sei messo a cercare il font più adatto al tuo progetto scorrendo per ore la tendina dei font, frugando tra le centinaia di caratteri che hai scaricato o acquistato?

Decidere quale font utilizzare è una parte importantissima, a volte quasi essenziale, all’interno del processo creativo e da questa decisione può dipendere addirittura la riuscita o meno di un intero progetto.

Un esempio: credete che la famosa campagna pubblicitaria del 2007-2008 di Obama per la presidenza (il famoso “Yes we can!“) sarebbe stata così vincente senza il font Gotham? Io credo di no.

Ma ci tornerò nei prossimi articoli e spiegherò approfonditamente come scegliere il font giusto per gli obiettivi che ci prefissiamo, sia sulla base delle sue caratteristiche tecniche che della sua psicologia.

Come abbinare più font tra loro

Scegliere un font è un processo complicato e richiede un’attenta analisi del tuo progetto. Ma sapere come abbinare i font può essere ancora più difficile.

Quindi, non mancherà sul nostro blog anche un articolo che ci spiegherà come abbinare i font tra loro.

Qualche spoiler sui consigli che troverai nell'articolo che scriveremo:

  • Abbina serif e sans serif in modo da garantire un piacevole contrasto visivo
  • Crea una gerarchia visiva, cioè determina bene il livello di importanza di ogni font che andrai ad inserire nel tuo progetto
  • Evita di usare font diversi ma troppo simili tra loro (tipo Univers ed Helvetica insieme)
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