Dell'about page, mi sono già occupato, quando vi ho proposto tre esercizi creativi + 1 per scriverla, oggi ritorno a parlarne, perché penso che l’about page sia la pagina più complessa da scrivere di un sito: è un contenuto che richiede grande consapevolezza di sé e del proprio lavoro, capacità di guardarsi dall’esterno, conoscenza del pubblico che si ha di fronte.

Immagina di metterti davanti a uno specchio e provare a fare un ritratto di te stesso: ok, al di là delle capacità artistiche…è difficile, non è vero? Questo perché ognuno di noi fa fatica a vedersi con occhio clinico: si tende a minimizzare i difetti (vedendoli più grandi di quello che sono) e a mettere in risalto quello che più piace (occhi grandissimi, mascella volitiva, labbra da bambolina, naso alla francese).

Per l’about page le insidie sono le stesse ma, se riesci a superarle, è fatta: in poche righe riuscirai a trasmettere fiducia, creare empatia con chi legge, invogliare a compiere un’azione specifica (ricordi le call to action?).

Mi imbatto ancora, ahimè, in about page noiosissime fatte di frasi come:
«Fondata nel 2004 e sita nel cuore della città di Napoli…» (secondo te al lettore interessa sapere l’anno di fondazione come primo dettaglio?)
o
«Azienda giovane e dinamica, offre ai suoi Clienti servizi su misura…» (giovane e dinamica, servizi a 360 gradi, e bbasta!)
o ancora
«L’azienda ha la possibilità di soddisfare ogni tipo di richiesta. Tutto in base alle esigenze del cliente…» (mi costruisci anche l’Interprise per andare su Vulcano con James Kirk?).

In uno dei prossimi articoli, parleremo ancora di about page, per evidenziare gli errori da evitare se non si vuol far di tutto per NON farsi scegliere.

Ma oggi, vediamo insieme, invece, quali sono le informazioni che ci devono essere per creare un about page che si fa notare.

Azienda = persone

Ti ricordi che cos’è un about page? È la pagina chi siamo di un sito: dentro ci sono informazioni sul marchio e sul tipo di attività che svolge.

Se hai un’azienda, evita di presentarla come un’entità a sé, come se si trattasse di un estraneo con cui hai a che fare poco o niente.

Ricorda che dietro a un’azienda ci sono persone. Persone che hanno avuto l’idea ambiziosa di crearla, persone che la fanno andare avanti e che ne condividono valori, ideali, competenze.

Abbandona i toni freddi e distaccati della terza persona singolare e abbraccia il “noi” per entrare in sintonia con il lettore.

Se sei un libero professionista, of course, parla pure di te in prima persona.

Ricordati anche di aggiungere una foto di te (o del gruppo di lavoro). Questo perché:

Non serve avere una foto da catalogo di moda: ok a presentarsi in modo curato ma senza esagerare. Fatti vedere per quello che sei in modo spontaneo, altrimenti rischi di creare false aspettative a chi c’è al di là dello schermo.

Non aver paura di spiegare

Per te, che conosci bene il tuo settore perché ci sei dentro anema e core, molte cose sono scontate.
Per i tuoi clienti, invece, non è così. Soprattutto se il tuo mestiere è spesso farcito di inglesismi poco familiari.

Ancora di più se decidi di affibbiarti un titolo lavorativo creativo per distinguerti (vedi, ad esempio, Gioia Gottini, coltivatrice di successi, che però spiega benissimo di che cosa si occupa).

Che fare? Chiarezza. Chiarezza. Ancora chiarezza. Descrivi il più possibile, usa parole semplici senza aver paura di cadere nel banale.

Lasciati ispirare da quello che diceva Einstein:

Non hai veramente capito qualcosa finché non sei in grado di spiegarlo a tua nonna

Un buon inizio? Parti da chi sei, che cosa fai e per chi lo fai.

«Sono Umberto Mazza, direttore creativo della Insight Agency. Con la creatività aiuto professionisti e aziende a comunicare in modo efficace la loro attività e i loro prodotti».
oppure
«Siamo la Insight Agency, siamo italiani e dal 2006 ci occupiamo di comunicare ciò che fai. Lo facciamo con semplicità ed immediatezza, con chiarezza e creatività, sempre partendo però da ciò che ti rende davvero unico, te stesso, le tue idee, i tuoi valori».

Il cliente è il cuore della tua about page

Pensaci bene: perché bisogna farsi un mazzo tanto per scrivere bene o migliorare la propria about page?
Perché è in questa pagina che ti giochi gran parte delle tue possibilità di farti scegliere da un potenziale cliente. Di solito, le persone arrivano all’about page del tuo sito perché:

È proprio qui che devi convincere chi legge che sei tu il professionista giusto, non tanto perché sei bravo (anche, certo), non perché hai esperienza da vendere (anche), ma soprattutto perché conosci bene i bisogni dei tuoi clienti e sai come risolverli.

È questo il nodo da sciogliere: molti pensano che l’about page debba essere un contenuto autoreferenziale, dove si parla di sé. Sbagliato. L’about page è il posto dove parli del tuo pubblico, in cui racconti problemi, soluzioni, che cosa ottengono le persone se decidono di lavorare con te.

Vai oltre

Ti è mai capitato di leggere delle about page ben scritte, interessanti, ma il finale ti ha lasciato a bocca asciutta?

Succede in quelle pagine che non contengono i cosiddetti inviti all’azione.

Prova a vestire i panni del destinatario che arriva sulla tua about page: dentro trova tante informazioni interessanti su chi sei, cosa fai, come lo fai. Approfondisce e si rende conto che da quello che scrivi sei la persona che stava cercando da tempo. Sembra anche, dal tono di voce che usi e da come comunichi, che siate sulla stessa lunghezza d’onda.

Benissimo. Poi? Poi l’about page si conclude in modo inconcludente (perdona il gioco di parole).
Non c’è nessun percorso, nessun link, nessuno stimolo a fare qualcos’altro. Che peccato!

Chiudere un about page non è così difficile, per esempio nella nostra abbiamo scritto:
«E adesso? Ci sono molti modi per lavorare insieme: puoi contattarci per chiederci un preventivo oppure puoi  prenotare una call per incontrare Umberto Mazza, il nostro direttore creativo. Se invece preferisci  scoprire come migliorare la tua comunicazione, puoi farlo leggendo il nostro blog».
Chiaro, semplice, efficacissimo.

Crea empatia

Quando incontri qualcuno di nuovo e gli stringi la mano, a pelle ti rendi subito conto se quella persona ti piace o se, invece, è meglio starle alla larga perché hai il sentore che non andrete d’accordo.
Potrà sembrarti strano, ma anche online è lo stesso. A parità di offerta, due professionisti che fanno lo stesso lavoro, vengono scelti o non scelti in base a quanto le persone si sentono vicine a loro.
Come si sente questa vicinanza? Da piccole cose che non sono per nulla trascurabili come:

Quando scrivi la tua about page inserisci alcune informazioni che aiutano a definirti come persona oltre che come professionista, sempre legate, però, alla tua attività.

Per spiegarti cosa intendo, ecco un passaggio dell’about page di Valentina Masullo:
«Ho studiato informatica e poi sono scappata da una vita da dipendente statale per non perdere l’occasione di continuare a crescere come persona e come professionista».

 Vedi? Valentina non racconta di passioni o hobby, mette degli elementi personali legati alla sua attività da freelance che dicono tra le righe molto del suo carattere: ha mollato il posto di lavoro, questo fa pensare a lei come una persona decisa, determinata, pronta a rischiare per qualcosa in cui crede.

Come scrivere l’about page, ricapitoliamo

Che fatica, eh, scrivere l’about page?
Vero, verissimo, ma proviamo a tirare le fila:

Bene, ora mettiti al lavoro: rileggi la tua about page e migliorala seguendo queste indicazioni.
Come sempre, se hai bisogno di aiuto, eccoci qui.