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9 minuti di lettura (1776 parole)

Come si corregge una bozza: alcuni consigli e come farla nella pratica

Correzione di bozze

Quando studiamo a scuola o all’università siamo abituati a leggere manuali di molte pagine nel minor tempo possibile, ricavando e memorizzando le informazioni essenziali e dimenticando le altre.

Quando, invece, andiamo a caccia dell’errore, bisogna allenarsi a una lettura che sarà molto più lenta e faticosa, soprattutto all’inizio. Per aiutarti, consiglio di leggere inizialmente su carta tenendo un righello o un foglio bianco piegato a metà sotto il rigo, in modo da isolarlo dal testo che segue e aiutarti nella concentrazione. Potrai passare alla lettura a monitor non appena avrai acquisito una maggiore dimestichezza.

Inoltre, finché non sarai sicuro che il tuo cervello ha imparato a fare da solo la caccia al refuso (succede dopo anni di lavoro, quando al primo colpo becchi il doppio spazio sul retro della confezione dello yogurt alle sette del mattino) leggi facendo risuonare ogni parola nella testa, magari addirittura muovendo le labbra, come si faceva da bambini.

Se hai l’impressione di perdere il senso generale della frase, rileggila o falla leggere alla voce sintetica.

Mantenere viva l’attenzione per questo tipo di lettura è pesante: affrontala come se dovessi decifrare un contratto di assunzione, e fa una breve pausa non appena ti accorgi che perdi il filo.

Per le parti di testo più delicate, come i titoli, puoi adottare il vecchio trucco di leggere la frase al contrario, parola per parola: in questo modo, non rischierai di essere tratto in inganno da sintagmi noti e sarai certo di aver letto proprio tutto.

Gli strumenti del correttore di bozze

Prima di addentrarci nella correzione della nostra bozza, vediamo quali sono gli strumenti e come la tecnologia ci è venuta in aiuto. Dall’epoca di Gutenberg ad oggi i tempi sono cambiati e il correttore di bozze non vive più acciambellato in piccoli recinti situati nei punti più oscuri e più disturbati delle tipografie, ma lavora a una scrivania, spesso ancora con carta e penna o davanti allo schermo di un computer. 

Nello svolgimento del suo lavoro il correttore di bozze utilizza strumenti semplici:

  • come abbiamo visto, il righello che serve a focalizzare l’attenzione parola per parola su quello che si sta leggendo e correggendo;
  • L’immancabile penna rossa per evidenziare gli errori e le correzioni;
  • Il testo originale da consultare in caso di dubbi;
  • La lente di ingrandimento se il testo è scritto piccolo: per correggere punti, virgole e altri segni di interpunzione è meglio vederci chiaro.

Se questi sono gli strumenti classici del correttore di bozze, più o meno gli stessi che si potevano usare ai tempi di Gutenberg, oggi il correttore di bozze lavora spesso al computer utilizzando programmi specifici di correzione. Oltre agli ormai classici programmi di videoscrittura come MicrosoftWord, LibreOffice o OpenOffice, ecco che in rete si trovano altri servizi che possono essere utilizzati dai correttori di bozze nello svolgimento del loro lavoro:

  • LanguageTool.org;
  • Correttoreortografico.net;
  • Translated.com

Non cercare gli errori tutti insieme

È molto difficile accorgersi di tutti i problemi di un testo facendo un’unica lettura da cima a fondo.

Non ci sono solo gli “errori”, c’è un’infinità di elementi che richiedono di essere controllati… Il trucco è “stratificare” l’attenzione: per esempio, leggi sì l’intera bozza con cura, ma alla fine torna alla prima pagina e leggi tutti i titoli, e solo quelli. Poi controlla tutti gli elenchi, e solo quelli: la sequenza numerica è corretta? Alla fine della frase c’è sempre il punto e virgola, o il punto, oppure nulla?

Fai lo stesso con le didascalie (e le relative immagini), con le note, con le testatine, con i numeri di pagina, con i rientri del testo, con le citazioni, insomma con tutti gli elementi che devono avere una coerenza fra loro. Perché una regola assolutamente fondamentale in editoria è l’uniformità.

Alla fine del lavoro, non dimenticare di riscontrare che l’indice e l’interno (titoli, testatine) corrispondano perfettamente.

Se disponi del file in formato elettronico, puoi più agevolmente individuare tutti i corsivi o i grassetti fuori posto, le d eufoniche, i doppi spazi, la punteggiatura preceduta da spazio, gli accenti fatti con l’apostrofo, gli apici al posto delle virgolette…

Un sotterfugio utile non solo ai principianti è servirti, con buon senso e attenzione, del controllo ortografico di Word alla fine della lettura. Non tanto per i refusi che non hai trovato, ma per quelli che magari hai inserito inavvertitamente digitando le correzioni.

Se hai solo il file in Pdf, nessun problema: con Acrobat Pro puoi convertirlo in .doc, altrimenti (anche se il risultato non è perfetto) copia e incollalo in un file Word e controllalo nello stesso modo, considerando naturalmente che ci saranno delle imprecisioni fisiologiche dovute all’incompatibilità di certi aspetti dei due programmi. Ma se aiuta a far meglio, perché no?

Come si annotano le correzioni

Sia che utilizzi programmi di video scrittura, sia che usi ancora i metodi classici come penna rossa e righello, il correttore di bozze scrive la correzione ai lati del testo (nei margini se scrive a penna) aggiungendo un commento se lavora al computer.

Per rendere più efficace la correzione collega il commento alla frase errata tramite una freccia o una sottolineatura. Se si trovano dei refusi, ovvero degli errori tipografici, si traccia una linea sopra le parole errate e si scrive la correzione a lato (o nei commenti). Quando ci si trova davanti a una sequenza di parole errate, si riporta l’ordine all’interno della frase scrivendo su ogni parola il numero che indica la sequenza esatta. 

Per migliorare la lettura e le interpretazioni delle correzioni, esistono dei simboli specifici basati sulle norme UNI. Puoi scaricare questo pdf dove li puoi riconoscere e prendere confidenza con il loro utilizzo.

Sulla carta si usano così: all’interno del testo contrassegnate con il simbolo adatto la parola, la lettera, la frase o il segno di punteggiatura che volete correggere; riportate al margine del testo (alla stessa altezza e dal lato più vicino all’elemento da correggere) lo stesso simbolo e scrivete accanto la correzione che volete apportare.

Se, per esempio, in un rigo di testo avete barrato con due lineette la parola “cane”, a margine riporterete le due lineette seguite dalla parola corretta, per esempio “carne”. Oppure contrassegnerete la “n” di “cane” con una stanghetta sormontata da un pallino, e a margine riporterete un’identica stanghetta e la correzione “rn”.

L’importante è che si capisca bene cosa volete dire.

Che tipo di correzione bozze?

Chiedi, se non te lo hanno spiegato, che livello di approfondimento ci si aspetta da te: solo refusi ed errori o anche un generale miglioramento dello stile?

Spesso la seconda delle due cose non è richiesta (perché è già stata fatta, perché l’autore è affidabile o molto permaloso, perché se ne occuperà un collega più esperto, perché l’editore è un improvvisato e non ci ha mai pensato…).

Utile è decidere un “codice” diverso per due livelli di correzione: per esempio, con la penna rossa (o i commenti su Pdf a sfondo rosso) i refusi, gli errori inequivocabili e le imprecisioni grafiche; a matita (o con sfondo verde) i suggerimenti (sinonimi preferibili, frasi rielaborate per ragioni stilistiche, consigli non esplicitamente richiesti ma che vi sembrano importanti…) e le vostre annotazioni.

Le norme redazionali

Ma il grassetto quando lo devo usare? Se voglio citare un testo devo inserire il trattino o le virgolette? Se scrivo una parola in una lingua straniera è meglio utilizzare il corsivo?

Se queste domande non ti sembrano banali o riferite a dettagli di poca importanza, hai la forma mentis giusta del correttore di bozze. Le risposte alle domande di cui sopra si trovano nelle cosiddette norme redazionali, ovvero quell’insieme di convenzioni che regolano la formattazione di un testo scritto.

La difficoltà relativa alle norme redazionali è che non sono assolute e ogni casa editrice ha le proprie, che devono essere seguite in maniera certosina per tutti i libri pubblicati.

Per venire fuori da questo infinito insieme di regole e regolette le case editrici e le redazioni dei giornali ti lanciano un salvagente, ovvero una guida che contiene tutte le norme e i criteri redazionali. 

Il criterio fondamentale quando si tratta di formattare un testo è l’uniformità: siccome ogni casa editrice sceglie le proprie è importante che tutti i testi pubblicati seguano gli stessi criteri di formattazione e che all’interno del testo ci sia una coerenza formale.

Prima di vedere in dettaglio quali sono le principali norme redazionali vediamo come sarebbe un testo se non venissero utilizzate:

Francesco era seduto su una panchina nel parco leggendo un libro e ascoltando la musica con il suo I-Pod. Dopo una mezz’ora lo raggiunge il suo amico Filippo accompagnato dal suo cane. 

“Ciao Francesco, come stai?”

«Ciao Filippo, molto bene grazie, ho ritrovato in un cassetto questo I-Pod con della musica che non sentivo da anni: sto facendo un tuffo nel passato».

Vedi come nella prima riga abbiamo usato le virgolette alte per segnalare il discorso diretto, mentre nella risposta abbiamo usato quelle basse?

C’è anche un altro errore di formattazione, riesci a individuarlo? 

Questo breve testo che abbiamo scritto non segue delle norme redazionali coerenti e, pertanto, non potrebbe essere pubblicato. 

Regole generali del correttore di bozze

Abbiamo visto che ogni casa editrice fornisce ai suoi correttori di bozze le regole redazionali a cui attenersi; con l’esperienza imparerai anche che ci sono norme standard, omogenee per quasi tutte le case editrici.Le vediamo insieme in questo paragrafo.

  • Punteggiatura: i segni di interpunzione vanno sempre attaccati alla parola che precede e staccati da quella che segue;
  • Doppi spazi: sono facili da individuare se utilizzi un programma di videoscrittura, se, invece lavori con carta e penna ci vuole un occhio ben allenato.
  • Accento: l’accento si usa su alcuni monosillabi per differenziarli (è ≠ da e, sé ≠ da se). Attenzione alle parole che richiedono l’accento grave e quelle che richiedono quello acuto;
  • Maiuscole e minuscole: la regola generale è che non si debba mai utilizzare le lettere maiuscole nella scrittura di un testo a meno che non si tratti di sigle. Vanno maiuscoli i nomi geografici e le entità storiche o politiche: città, stati, continenti, regioni; l’Impero Ottomano, gli Stati Uniti d’America.
  • Corsivi e grassetti: il corsivo va utilizzato per i titoli di volumi o di articoli, per le parole straniere non entrate ancora nell’uso corrente della lingua italiana, le citazioni latine. Il grassetto va evitato a meno che non si scriva per il web;
  • Virgolette: per indicare citazioni brevi si utilizzano le virgolette basse  [« »], mentre per evidenziare singoli parole si utilizzano gli apici [“ ” ];
  • Citazioni: quando sono più lunghe di tre righe non si utilizzano le virgolette ma si inserisce la citazione utilizzando un carattere più piccolo e facendo rientrare il testo sia a destra che a sinistra; negli altri casi si inseriscono tra virgolette.
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